Montale tradotto dai poeti, “Semicerchio”, XVI-XVII (1997)

Convegno: Firenze, 10-11 giugno 1996 e 14 dicembre 1996
realizzato con la collaborazione di:
* The British Institute of Florence
* Deutsches Institut Florenz
* Fondazione Carlo Marchi Firenze
* Institut Français de Florence

Atti a cura di Antonella Francini

Pubblicazione realizzata col contributo del MINISTERO DEI BENI CULTURALI COMMISSIONE EUROPEA – Progetto ARIANE

Abstracts

Francesco Stella, Prefazione

Antonella Francini
Cronaca di una lunga fedeltà: il caso dei poeti statunitensi, p. 11.
Documentazione della fortuna della poesia di Montale fra i poeti americani, analisi delle interferenze fra due tradizioni poetiche e un breve studio delle diverse ri-creazioni statunitensi di ‘Dora Markus’.

Anna Dolfi
Variazioni sui maestri di canto: su Montale, la traduzione, la poesia, p. 17.
Ricostruzione della poetica montaliana della traduzione attraverso l’attento spoglio delle pagine di “Auto da fé” e di “Sulla poesia”.

Charles Wright
A Matter of Emotional Transference, p. 25.
Il poeta statunitense racconta il suo incontro con l’opera di Montale, affronta il rapporto fra poeta tradotto e poeta traduttore, spiega le ragioni del suo tradurre.

Patrice Dyerval Angelini
Da traduttore a traditore, p. 31.
In un’immaginaria lettera aperta a Montale, il traduttore francese dell’opera omnia del genovese confessa i suoi debiti poetici e dà sfogo ai “drammi” linguistici di un traduttore in uno stile che continuamente rimanda al testo montaliano.

Jeremy Reed
Strange Sister, p. 39.
La ‘strana sorella’ della poesia “La bufera” diventa qui il personaggio di una fiction ambientata in luoghi montaliani resi concreti e attuali dall’immaginazione di Reed.

Franco Buffoni
L’originale della traduzione, p. 47.
Coniugare la poetica del tradotto con quella del traduttore e vederle divenire insieme nel tempo è il concetto intorno a cui ruota quest’intervento. L’analisi di alcune rese francesi e inglesi di poesie montaliane prende in esame il rapporto fra avantesto, testo e traduzione.

Laura Barile
Per qualche variante del gallo cedrone, p. 53.
Chi è il traduttore de “Il gallo cedrone” proposto in apparato all’Opera in versi continiana? Il mistero viene risolto dall’autrice che presenta l’esito della sua indagine e un raffinato studio incrociato dell’originale, di due traduzioni e della personalità dei traduttori.

Maura Del Serra
Nota per i ‘Montali possibili’, p. 59.
Studio intertestuale condotto su alcune traduzioni montaliane di Angelini, Read e Wright, le tre voci interpretative di cui l’autrice segue le continue variazioni personalizzanti.

Hanno Helbling
Un Montale per la Germania, p. 79
La lenta e difficile ricezione di Montale in Germania raccontata dal suo maggiore traduttore tedesco, il quale espone anche le difficoltà del tradurre questo poeta che, a differenza di Ungaretti, non ha ancora un suo pubblico in quella lingua.

Christine Koschel
‘Diario Postumo’ di Eugenio Montale: alcuni motivi per una traduzione, p. 83.
Poetessa e curatrice dell’opera di Ingeborg Bachmann, Koschel parla del suo “work in progress”, cioè della sua traduzione dell’ultimo libro di Montale in corso di pubblicazione presso l’editore Kirchheim.

Johan Drumbl
L’inesauribilità dell’eccellente, p. 87.
Riflessioni sulla traducibilità di un’opera poetica sollecitate da una circostanziata analisi testuale di alcune traduzioni tedesche da Montale proposte da Koschel e Helbling.

Giuseppe Bevilacqua
La poesia di Montale in Germania, p. 93.
Cronaca delle iniziative traduttorie della poesia montaliana in Germania e cenni sulle possibili ragioni della scarsa “consanguineità” fra Montale e la cultura tedesca del Nocevento.

Horacio Armani
Tradurre Montale, p. 105.
Poeta fra i più rappresentativi della poesia argentina contemporanea, Armani ricostruisce la sua vicenda come maggiore traduttore spagnolo di Montale e si sofferma sui meccanismi della traduzione d’autore.

Jonathan Galassi
Note sul tradurre Montale, p. 111.
L’autore si chiede perché la poesia di Montale continui ad avere una profonda ascendenza anche sulla tradizione letteraria anglo-americana e propone un’anticipazione dalle sue traduzioni montaliane in corso di pubblicazione.

Jean-Charles Vegliante
Ancora sulla traduzione di Montale in francese, p. 115.
Studio traduttologico della resa francese di alcuni testi montaliani che mette al centro la prosodia della lingua e tratta la traduzione come un gioco di scrittura capace di far vivere un testo straniero nella letteratura ospitante.

William Weaver
Ricordando Montale, p. 121.
Tra le prime traduzioni montaliane statunitensi ci sono quelle di Weaver, che qui ricorda, fra l’altro, i suoi incontri con Eusebio e la Mosca nel foyer della Scala.

Il volume contiene inoltre un’ampia antologia di traduzioni montaliane nelle lingue inglese, francese, spagnola e tedesca, due tavole rotonde, due bibliografie e un album fotografico, con fotografien in parte pubblicate qui per la prima volta.